Dove bisogna guardare durante lo Squat? Le nuove mode portano novità!
Oggi per noi coach “non omologati” e con uno spirito critico, la vita è sempre più difficile.
Che sia un cliente del coaching online o del live coaching, i problemi sono sempre gli stessi: la standardizzazione di un movimento.
Cosa voglio dire?
Il cliente che si approccia alle prime sedute, sa già cosa deve fare perché l’ha visto in un tutorial. Grazie ad un tutorial tutti sono pecore omologate.
In prima fase, l’istinto è quello di mandare il cliente in zone del mondo sconosciute, poi però cerchi di far capire che un tutorial è generico e non può andare bene per tutti.
Oggi prendo in esame uno dei tormentoni più tormentati dei tormenti tormentosi:
DOVE BISOGNA GUARDARE DURANTE LO SQUAT?
Chi si approccia con me, non si pone questa domanda, anzi, già sa che deve guardare a terra.
Ma perché? E’ giusto guardare a terra?
Tutti devono guardare a terra?
Qualunque tutorial prodotto in Italia o articolo ci dice che durante lo squat, bisogna guardare in basso, perché è una posizione fisiologica e blablabla.
Prima di dire la mia, vorrei fare una citazione che trovo calzante che si trova nel DCSS di Paolo Evangelista che dice: “Quando si parla di squat, esistono migliaia di interpretazioni su come eseguirlo: cosce larghe, strette, bilanciere alto, basso, mezzo squat, quarti di squat, full squat… Parafrasando l’ispettore Callaghan, le teorie sullo squat sono come i coglioni (nel libro c’è scritto BEEP, ma io mi prendo la libertà di tradurlo), ognuno ne ha due”.
Faccio questa affermazione perché mi manca un po’ quel clima di sperimentazione che oggi va morendo con la standardizzazione promossa dal marketing.
Al fine di vendere dei “prodotti” preconfezionati che ci danno l’illusione di aver trovato la formula magica, stiamo omologando qualcosa che vive della soggettività del singolo.
Ma torniamo alla fatidica domanda: dove bisogna guardare?
C’è chi dice in alto e chi dice a terra.
In verità, lo sguardo varia alla tipologia di squat. Più guardiamo in basso e più il busto si inclina in avanti. Quindi bisogna vedere quale strategia adottiamo per il nostro squat.
Ora passerò ad analizzare alcune tipologie di squat, prendendo delle immagini di fortissimi atleti IPF.
SQUAT HIGH BAR
Lo squat high bar è il classico squat che vediamo fare ai fortissimi Weightifter. Durante l’HB è consigliatissimo guardare in alto.
Perché?
Perché in buca si rischia di perdere le spalle, spostandosi in avanti e perdendo l’alzata. Molti guardano anche avanti, dipende dalla tenuta di schiena e la lunghezza dei femori. Femori corti permettono di stare molto verticali senza sbilanciarsi in avanti, quindi non c’è alcun bisogno di guardare in alto. Avrei potuto prendere delle immagini di wler famosi, ma direi che su questa alzata e la sua scelta di dove guardare, c’è poco da discutere.
SQUAT MIDDLE BAR
Squat che ultimamente si vede più spesso nelle pedane IPF.
Come esempio ho preso John Haack che usa questa tipologia di alzata in modo davvero efficace.
Come si nota dalle immagini sovrapposte, lo sguardo avanti, gli permettere di tenere la verticalità del busto. Se si guardasse in basso, nella hole il busto si sposterebbe in avanti, facendo perdere l’alzata o comunque rendendola difficile. Il requisito per questa scelta tecnica è avere una buona mobilità di anca e soprattutto caviglia.
Nella sequenza che vediamo sopra, dalla partenza, alla chiusura, il busto rimanere verticale
SQUAT LOW BAR
Il low bar è l’alzata che ha varie interpretazioni e possiamo annoverare vari interpreti.
Ho preso in esame sia atleti equipped che rawer.
DOVE BISOGNA GUARDARE DURANTE LO SQUAT? PARTIAMO DAI RAWER:
ULAN ANUAR
Come vediamo dall’immagine sovrapposta, Ulan Anuar guarda avanti per tenersi più verticale possibile. Per tenere questa posizione porta le ginocchia in avanti per accomodare il bacino. Direi come tipologia, un High Bar fatto Low Bar.
Guardando la sequenza vediamo come il busto segue la linea della testa.
BRETT GIBBS
Altro esempio eccellente è quello di Brett Gibbs.
Il suo squat è molto chiuso, per tale motivo, tenere lo sguardo avanti gli permette di tenere il busto inclinato il più possibile e non finire in posizione di Good Morning. Credo che viste le sue leve ed il suo busto, questo sia un ottimo compromesso.
Dalla sequenza vediamo che all’uscita dalla buca, per mantenere la posizione, porta la testa verso l’alto.
KRZYSZTOF-WIERZBICKI
Di scuola polacca come Olech. Atleta famoso per il suo stacco sumo di altissimo livello ed il suo fisico iper muscolato.
A differenza degli atleti elencati su, lui guarda frontale verso il basso. Parte col busto leggermente flesso in avanti, ma tiene bene in buca. Per un atleta con oltre 400kg di stacco a circa 105kg di peso corporeo, direi che squattare usando la schiena non dovrebbe essere un “problema”.
Nella sequenza si nota la schiena inclinata in avanti all’uscita dalla buca.
DOVE BISOGNA GUARDARE DURANTE LO SQUAT? ATLETI EQUIPPED
JAROSLAW OLECH
Inizio gli equipped con questa leggenda del powerlifting.
Come noterete dall’immagine sovrapposta, Olech guarda in basso. Salta subito agli occhi come in buca il busto si fletta parecchio in avanti. E’ un errore? No. E’ una strategia di un atleta che fa della sua schiena il punto forte.
In questa sequenza, anche in comparazione con le immagini degli altri squat, è palese la ricerca della schiena durante l’alzata. Con 367,5kg nella -74kg direi che la sua scelta è efficace ed ha ragione.
RUBETS OLEKSANDR
Questo junior ha squattato 431kg ad un bw di 100kg.
Squat stretto, testa alta e busto tanto verticale. Qui si vede in buca che tiene la testa alta per non perdere la verticalità. Si vede una gran mobilità toracica.
Da questa successione tra partenza, entrata in buca e metà eccentrica è palese la ricerca della verticalità. Guarda alto per rimanere verticalissimo.
ANDRIY NANIEV
Atleta Ucraino di grande spessore.
A differenza del collega juniores, Naniev squatta a stance molto largo. Lo sguardo è in alto come fanno i weightlifter. Se notate dall’immagine sovrapposta, la posizione della testa gli permette di tenere il busto verticale come in partenza.
In questa trilogia di immagini è ancora più chiara la ricerca della verticalità e la posizione della testa gioca un ruolo fondamentale
DIMITRY INZARKIN
Non poteva mancare lo squat di Inzarkin, anche se avrei potuto scegliere anche quello di Sorokin.
Il russo guarda avanti e schiaccia il mento per fissare in posizione la testa. Verticalissimo anche se non guarda in alto.
All’uscita dalla buca alza lo sguardo. E’ un errore? No! Mantiene la verticalità.
DMYTRO SEMENENKO
Altro fenomeno della scuola Ucraina.
Squat largo, sguardo avanti e verticalità padrona.
Cerca di mantenere la verticalità su tutti i punti dell’alzata per rendere il movimento essenziale.
CONSIDERAZIONI PERSONALI
Quando leggo che bisogna guardare in basso, perché fa male guardare in alto, mi chiedo quale sia lo studio che lo dimostri. Ho fatto varie ricerche e non ho trovato nulla che da autorevolezza alla condanna della testa alta.
Ipotizzare che enfatizzare o accompagnare la curva lordotica cervicale fa male, mette in discussione il leg drive nella panca.
Il principio fisiologico è uguale.
Contrarre i trapezi crea stress a livello cervicale e magari il problema di fastidio alla cervicale può essere indotto da questo e non dalla posizione della testa.
Guardando i vari squat dell’elite mondiale, non trovo alcun problema nel guardare in alto. Guardare in basso ci espone ad usare maggiormente la schiena.
Più guardiamo in basso e più usciremo inclinati dalla buca.
Nel gruppo experiment ho dei video di squat a testa bassa e squat con testa in posizione frontale, fatti dallo stesso atleta. La differenza la fa dove va il busto in buca.
Quindi, NON È ERRORE GUARDARE IN ALTO, come non lo è guardare a terra. E’ una scelta di dove si vuole spostare il baricentro dell’alzata.
Prima di condannare un’alzata perché vel’hannoinsegnatacosìequindiècosìebastaperchésietelobotomizzati, provate e guardatevi intorno e fatevi una vostra idea. L’importante è confrontarsi e non chiudersi dietro una regola che in realtà non lo è nemmeno.
Vi lascio alla visione di questo video che in molte cose mi trova d’accordo
Ringraziamenti obbligati a quella SANTA DONNA di Giorgia Simeone che ha prodotto tutte le immagini. Senza di lei non sarei riuscito a fare l’articolo!
A cura di Roberto Calandra